Il concetto stesso di packaging (e di codifica su packaging) si è evoluto enormemente rispetto alle sue “umili” origini. Da semplice confezione ideata per contenere un prodotto, oggi, con normative sempre più severe e con consumatori sempre più attenti alle informazioni sui prodotti che acquistano (dalla provenienza ai valori nutrizionali, dalla data di scadenza alle istruzioni sull’utilizzo), il packaging è diventato una parte fondamentale della brand reputation.
Eppure, quante sono le aziende che stanno sfruttando le opportunità del packaging come veicolo di dati? E che cercano di chiudere il gap tra il momento in cui il prodotto esce dalla fabbrica e quello in cui viene preso dallo scaffale di un supermercato da un consumatore?
In questo articolo forniremo alcuni esempi su come i dati sulla supply chain di un prodotto, grazie alla codifica su packaging, possano essere utilizzati per creare una business strategy efficace, assicurandosi così un vantaggio competitivo rispettando allo stesso tempo tutte le normative e leggi.
Dalla nascita del concetto di packaging, cioè quando era poco più di un involucro protettivo per degli alimenti che dovevano essere trasportati da un punto A ad un punto B, c’è stata un’evoluzione sull’idea del ruolo che riveste, che oggi può essere interpretato nei modi più diversi.
Dai primi codici a barre ideati più di 40 anni fa, oggi il packaging ( e la codifica su packaging) è utile per gli scopi più diversi, dalla tracciabilità alle istruzioni d’uso, fino al suo utilizzo per scopi puramente di marketing.
Dalla conformità alle normative fino alle informazioni sulla provenienza di un prodotto, le informazioni presenti sul packaging possono essere la fortuna o la rovina della reputazione di un marchio. La codifica e marcatura su packaging è una parte essenziale di questo processo, e la chiarezza e accuratezza delle informazioni svolgono un ruolo essenziale.Una ricerca di maggio 2020 mostra come l’82% dei rivenditori e il 92% dei brand, sia disposto a passare da un tipo di codifica tradizionale a quelle più evolute come, ad esempio, codici a barre 2D (come QR code o GS1 Datamatrix), marcature digitali o RFID nei prossimi cinque anni. La ricerca riconosce che “sono necessarie maggiori informazioni presenti sui prodotti per fornire ai consumatori informazioni dettagliate e maggiore trasparenza”. E queste informazioni possono essere anche di aiuto alle aziende, fornendo dati preziosi sulla supply chain.
Avere maggior accesso ai dati attraverso il packaging gioca anche un ruolo chiave nella riduzione di richiami a causa di dati scorretti o illeggibili. I richiami di prodotti non sono solo complicati da gestire, ma possono anche costituire una notevole perdita economica e portare a multe anche molto salate.
Un sondaggio condotto da Harris Interactive ha rilevato come il 15% dei consumatori non sia disposto ad acquistare un prodotto che ha subito un richiamo, mentre il 21% non avrebbe comprato nessun altro prodotto della stessa azienda. È evidente quali possano essere gli effetti devastanti: un richiamo può portare anche ad una perdita di milioni di euro se si sommano i costi diretti, i costi operativi dovuti al ritiro dal mercato dei prodotti coinvolti e le perdite sulle vendite future di quel tipo di prodotto.
Ma questo problema non riguarda solo i retailer. Nel 2018 il 9% dei ritiri dal mercato di dispositivi medici era dovuto ad errori di codifica, e solo nel Regno Unito tra ottobre e dicembre 2019 si sono verificati quattro diversi richiami sempre per errori di codifica.
Più dati in meno spazio
Nel frattempo, l’aumento della pressione sulle aziende per aggiungere sempre più informazioni sui loro imballaggi e l’attenzione sempre maggiore sulla sostenibilità e la riduzione degli sprechi, comportano che i brand debbano aumentare il numero di informazioni presenti sul packaging, ma allo stesso tempo le dimensioni dei packaging devono essere ottimizzati al massimo per ridurre l’impatto ambientale.
In breve: le aziende devono includere sempre più dati con sempre meno spazio disponibile.
Nel corso degli ultimi anni il packaging “intelligente” con codici QR, realtà aumentata e comunicazione NFC, è diventato sempre più comune. Ed è proprio attraverso questi nuovi tipi di codifiche che aziende, rivenditori e consumatori possono ottenere in tempo reale una miriade di preziose informazioni sui prodotti.
Per l’industria del packaging, in particolare, i codici QR possono diventare dei veicoli di informazioni fondamentali. I consumatori, passando semplicemente il loro smartphone su un codice bidimensionale che può essere grande anche solo 10mm, possono ricevere in modo immediato un grande numero di informazioni.
Allineandosi al nuovo standard GS1 Digital Link aziende e rivenditori possono rendere utilizzabile una sola codifica per più funzioni allo stesso tempo, cosa che con i vecchi di metodi di codifica e marcatura prima era semplicemente impossibile. Questi codici QR “intelligenti” riducono la necessità di avere più codifiche sugli imballaggi e possono essere utilizzati per indirizzare a siti web diversi in base al percorso del prodotto: dalla linea di produzione, al centro di logistica, poi al punto vendita fino ad arrivare al consumatore.
Dal punto di vista delle aziende, i codici QR possono essere utilizzati per migliorare la trasparenza e la tracciabilità attraverso una supply chain globale, partendo dal punto in cui il prodotto lascia la fabbrica, fino al punto in cui viene messo su uno scaffale per essere acquistato. Ma queste codifiche possono anche dialogare ed interagire direttamente con il consumatore, aumentando la cosiddetta “brand loyalty” e fornendo dati fondamentali anche sullo stesso consumatore.
È ovvio come tutto questo non sia possibile farlo con packaging e canali di comunicazione tradizionali. Questi dati possono aiutare le aziende a fare delle scelte importanti: ad esempio capendo quali sia il tipo di prodotto con le migliori performance di vendita, o segmentare dettagliatamente il mercato (per area geografica, demografica, persino per abitudini di acquisto). In questo modo è possibile guidare al meglio le campagne di marketing, rendere più efficienti la produzione e la supply chain, ridurre gli sprechi, aiutando così le aziende ad affrontare le sfide poste dalla necessità di diventare più sostenibili.
La codifica su packaging come veicolo di dati
Entrate nel nuovo decennio, le aziende devono affrontare le continue richieste da parte dei consumatori e delle normative e leggi di fornire sempre più informazioni sui loro prodotti ed evitare i richiami da una parte, e di ridurre il volume di packaging utilizzato dall’altra.
Le aziende più attente si stanno già organizzando per utilizzare la codifica su packaging intelligente, lavorando con specialisti della codifica e marcatura per rispondere alle richieste di maggiore tracciabilità, ridurre gli sprechi e limitare al massimo il numero di richiami.
E voi siete già pronti? Mettetevi in contatto con gli esperti nimax per scoprire come la codifica intelligente può aiutarvi a diminuire richiami e sprechi e a migliorare la vostra brand reputation, chiedete subito una consulenza gratuita.